LA SALUTE
Occuparsi delle sfide sanitarie in Basilicata comporta l’erogazione di servizi primari in tema di salute ad una popolazione di circa 550.000 persone distribuite in modo relativamente omogeneo su un territorio molto ampio. La Basilicata, con le sue aree rurali, piccole città e comuni, affronta sfide significative nel garantire assistenza sanitaria efficace e accessibile, complicata da costi elevati e complessità organizzative. Questa distribuzione demografica crea complessità nel fornire servizi e mantenere costi standard, specialmente in ambito sanitario, e consuma una grande porzione del budget regionale.
I fondamentali della sanità lucana sono, negli ultimi anni, tutti peggiorati. Il dovere della Regione, invece, deve essere quello di assicurare l’accesso tempestivo e qualità elevata delle cure sanitarie a tutti, indipendentemente dal luogo di residenza. Negli ultimi anni, prima del disastro attuale, l’equilibrio tra medici di base e ospedali diffusi ha sostenuto il sistema lucano, ma la necessità di ottimizzazione e riorganizzazione ha sollevato forti dibattiti sulla sostenibilità economica ed organizzativa dei numerosi ospedali locali: è un dato di fatto che le indicazioni nazionali abbiano spinto in modo deciso nella direzione dell’avere pochi ospedali altamente specializzati e una rete capillare di assistenza sanitaria territoriale, che include medicina di base, assistenza domiciliare e telemedicina.
Ma ripartiamo dai problemi, perché sono quelli che dobbiamo risolvere.
I principali problemi che attualmente assillano i cittadini lucani sono l’accessibilità geografica ineguale alle cure, soprattutto per i pazienti oncologici, le lunghe liste d’attesa, che spingono molte famiglie a sostenere costi diagnostici a vantaggio di una sanità privata troppo spesso non complementare, ma sostitutiva di quella pubblica.
Il programma che intendiamo attuare riguarda significativi punti, dai quali a cascata è possibile definire un percorso di ottimizzazione per uscire dall’attuale situazione:
• innanzitutto, è necessario rivedere la qualità del management sanitario lucano, a cominciare dal Dipartimento Salute della Regione, sino alle aziende territoriali e al CROB. Troppo spesso in questi anni abbiamo assistito, pur nelle difficoltà oggettive di una crisi pandemica senza precedenti, a scelte manageriali insensate, quando non addirittura dannose. Definire degli obiettivi chiari e di indirizzo a livello regionale, significa anche attuare un ferreo sistema di monitoraggio e controllo delle aziende dal punto di vista organizzativo, finanziario, qualitativo. I buchi a livello di bilancio delle aziende sanitarie, le lunghe liste di attesa, la mobilità sanitaria sono tutti figli di una sanità disorganizzata, priva di obiettivi strategici e qualitativi con grande danno per i cittadini lucani;
• la sanità privata, per la sua preziosa azione, deve essere valorizzata. Ma tale valorizzazione non può essere intesa in termini sostitutivi di quella pubblica, ma complementari. Il tetto di spesa, del quale tanto si è dibattuto negli scorsi mesi, e l’investimento che la regione compie in tale direzione, deve essere parametrato non solo su un fattore di tipo economico, ma epidemiologico. è importantissimo, per pianificare al meglio le attività, avere un dato epidemiologico in costante aggiornamento che possa consentire di prendere decisioni basate sui dati effettivi delle esigenze di cura della popolazione, e non banalmente andando in continuità con scelte pregresse senza alcun sistema di riscontro o monitoraggio delle patologie della popolazione;
• è necessario potenziare e ottimizzare gli investimenti previsti dal PNRR, dando loro non solo forma, ma anche sostanza. Non ha senso parlare di “case della comunità”, ad esempio, se poi esse si riducono ad essere dei luoghi fisici recuperati, magari messi a nuovo dalle aziende sanitarie, ma poi privi di personale sanitario adeguatamente formato e presente nelle nostre comunità. Dobbiamo intervenire in modo deciso sulla governance della medicina di base e specialistica, ridefinire i rapporti ospedale-territorio e pensare ad un piano straordinario di reclutamento del personale per migliorare l’assistenza territoriale e ridurre il ricorso e la congestione delle strutture ospedaliere;
• non si può tacere sui notevoli ritardi in tema di digitalizzazione della sanità lucana: telemedicina, fascicolo sanitario elettronico, aggiornamento tecnologico e digitale delle strutture sanitari risultano essere solo abbozzati, nonostante anni di investimenti. Queste tecnologie, se ben implementate, non possono fare altro che semplificare la vita dei cittadini e facilitare il loro accesso alle cure o monitoraggio evolutivo delle loro patologie, andando incontro alle esigenze di difficile mobilità degli stessi e incidendo sul saldo negativo di mobilità extra regionale.
• Un tema molto sensibile, che sta a noi a cuore, è quello delle cure oncologiche. In questo è necessario fare una operazione di chiarezza: il CROB deve ritornare ad essere l’hub lucano per la ricerca, le tecnologie, l’alimentazione e le cure per tutto ciò che concerne le malattie oncologiche, superando le grandi difficoltà del momento e divenendo sempre di più riferimento anche per le regioni limitrofe.
• Va poi ulteriormente potenziata la gestione delle cure psichiatriche, con la necessità di un approccio rinnovato che superi vecchie concezioni e affronti il disagio psichiatrico con soluzioni concrete e supporto alle famiglie coinvolte, e tutti i servizi collegati alla salute dei minori, delle donne, delle coppie e delle famiglie.