IL PROGRAMMA
Una Storia Nuova
per la Basilicata
Dopo mesi di ascolto dei cittadini che abbiamo incontrato girando il territorio, abbiamo immaginato un programma elettorale per le prossime elezioni regionali della Basilicata. Questo programma rappresenta il nostro impegno a costruire un futuro migliore per la nostra comunità, basato su valori di integrità, trasparenza, inclusione. È sotto gli occhi di tutti la disaffezione nei confronti della Politica. Eppure, per dirla con le parole Aristotele, essa è l’arte e la scienza del governare, la teoria e la pratica concernente la costituzione, l’organizzazione e la gestione della cosa pubblica. Oggi, al contrario, c’è un incontrovertibile dato di fatto: la politica a livello regionale sembra, ed in realtà è, una forma di gestione accentrata e spesso sconclusionata del potere che, nel corso degli anni, ha portato al deterioramento del rapporto con i cittadini il fatto che la classe politica attuale non sia stata in grado di proporre ed attuare un programma idoneo a fornire risposte alle crescenti necessità di intervento in specifici settori di cui la Regione ha disperatamente bisogno, non è un dato emergenziale, ma il punto più basso di un lungo declino politico e sociale. A ciò si affianca un ulteriore dato: una gestione personalistica del potere da parte delle classi dirigenti, la quale ha determinato, per conseguenza, un sostanziale distacco da parte dei cittadini nei confronti dei partiti, quasi sempre sordi rispetto alle istanze provenienti dal loro esterno, soprattutto se dirompenti rispetto ad una prassi oramai consolidata ed attualmente del tutto autoreferenziale. Sono sotto gli occhi di tutti, difatti, le logiche clientelari sulla scorta delle quali sono costruite le attuali strutture di potere, le quali, a loro volta, hanno condotto a pratiche politiche ed amministrative senza dubbio poco costruttive per lo sviluppo della Regione. A fronte di questa amara realtà, riteniamo necessario immaginare un nuovo approccio da parte dei cittadini alle questioni politiche che vada a sostituire l’esistente, ricreando e rifondando un sentimento di cittadinanza ed appartenenza alla società da parte dei singoli. È quanto mai necessaria una nuova interpretazione della politica: ma esiste un modo per invertire questo circolo vizioso ed introdurre elementi di novità? Noi pensiamo che la risposta non possa che essere positiva. Il punto di partenza necessario è l’individuazione di un elemento cardine su cui basare questo nuovo concetto di partecipazione democratica, meno ideale e più concreto, meno irreggimentato e più irregolare, frattale appunto.
L’ORGANIZZAZIONE DELLA MACCHINA REGIONALE COME ELEMENTO STRATEGICO
Se vogliamo davvero ritornare a crescere, se vogliamo ricominciare a costruire un’idea di Regione sopra le attuali macerie, dobbiamo pensare a un’ottica di medio-lungo periodo in cui lo sviluppo passi obbligatoriamente per la valorizzazione dei saperi, delle culture, puntando in questo modo sulla capacità di guidare il cambiamento. La cultura e la ricerca innescano l’innovazione, e dunque creano occupazione, producono progresso e sviluppo.
È una condizione indispensabile per il futuro dei giovani e della popolazione tutta. Chi pensa alla crescita senza ricerca, senza cultura, senza innovazione, ipotizza solo un futuro da consumatori disoccupati, e inasprisce uno scontro generazionale senza vie d’uscita.
Ciò impone innanzitutto un radicale cambiamento di marcia: ciò significa che tale strategia, e le conseguenti scelte operative che da essa scaturiscono, devono essere oltre che condivise, portate avanti in modo sinergico dalle varie Direzioni, Enti e società controllate che governano la macchina regionale. Non si tratta solo ed esclusivamente di una razionalizzazione di risorse e competenze, che pure va urgentemente effettuata, ma dell’assunzione di responsabilità condivise per la crescita del territorio. Il procedere a silos, la disorganizzazione, il non avere una strategia di crescita comune è stato per troppo tempo un alibi per l’inazione. Le competenze vanno assorbite, pensando anche ad un piano straordinario di reclutamento, e il personale regionale dovrà essere in grado sempre di più di gestire in autonomia le proprie incombenze, sia amministrative che strategiche.