IL LAVORO
La competitività a lungo termine del nostro sistema produttivo dipende dalla capacità della nostra regione di transitare verso l’economia della conoscenza, di sfruttare maggiormente le potenzialità delle specializzazioni industriali e dei distretti nonché di diversificare l’economia regionale attraverso la varietà delle attività industriali presenti.
In tale contesto è indispensabile riflettere immediatamente su di un dato da cui non si può prescindere: l’assenza, o estrema difficoltà, di assorbimento dei giovani con istruzione secondaria e terziaria da parte del tessuto imprenditoriale lucano. Questo dato riflette, di converso, la fragilità del sistema produttivo regionale, fondamentalmente incentrato su dinamiche produttive a basso valore aggiunto di conoscenza e tecnologia, e la difficoltà che questa regione ha avuto nel capitalizzare, in termini sia di crescita che di occupazione di qualità, le grandi occasioni derivanti dalla presenza di significativi player multinazionali sul nostro territorio.
Quali sono i punti del programma al riguardo:
• definire in modo chiaro le linee strategiche di sviluppo della Regione: il nostro territorio deve diventare foriero di iniziative imprenditoriali e di sviluppo ad alto valore tecnologico nei settori maggiormente competitivi, come energia ed automotive, ma anche in quelli più tradizionali come agricoltura e settore culturale. In questa direzione devono muoversi tutte le iniziative di sostegno pubblico, pur consapevoli che si tratta di strategie a lungo termine e decisamente più rischiose, non possiamo più proseguire con la logica della salvaguardia dell’esistente perché è una logica dal corto respiro e dalle scarse ricadute economiche, lavorative e sociali. La Regione non deve più subire le iniziative, ma essere motore primo di innovazione favorendo la leva degli investimenti, attraendo di nuovi, oltre che rinsaldando l’esistente;
• fatte salve le legittime aspirazioni e passioni dei giovani di indirizzare la propria vita professionale verso gli studi più confacenti la propria indole, appare utile istituire un sistema informativo che miri a valutare la domanda futura di laureati per l’economia locale quale primo passo per consentire, con ragionevole grado di certezza, maggiori opportunità occupazionali a livello locale. Questo prevede uno strutturato rapporto tra mondo dell’istruzione e imprese, a cominciare dalla creazione e alla nascita degli ITS di cui in Basilicata si è avuta una sola esperienza, ai corsi di formazione professionalizzanti, all’università, alle attività di ricerca esplorativa;
• si vuole prioritizzare, in tale ottica, gli strumenti di supporto al raggiungimento del titolo di studio finanziando borse di studio di alta specializzazione, i master, il conseguimento della laurea. Il supporto alla creazione di una nuova classe dirigente non può essere scollegato da una effettiva possibilità di assorbimento da parte del territorio;
• supportare il tessuto imprenditoriale locale a transitare verso un tipo di economia, e dunque di produzione, a più alto valore aggiunto dal punto di vista tecnologico. Continuare ad immaginare lo sviluppo economico di una regione basandosi esclusivamente su paradigmi novecenteschi, in cui l’unico elemento competitivo è la riduzione del costo del lavoro, non può che peggiorare la situazione attuale. Si renderanno dunque necessari: la creazione di un centro studi sulle tecnologie emergenti di interesse strategico regionale, il supportare le aziende nella loro transizione verso tale tipo di economia e, dunque, facilitare una diversificazione gestionale e produttiva che possa anche calmierare le problematiche di monocommittenza che, come nel caso Stellantis, possono amplificare problematiche industriali che affondano le loro radici in dinamiche sovra-regionali;
• supportare seriamente e costantemente il reskilling e l’upskilling dei lavoratori, soprattutto in chiave digitale, per facilitare la flessibilità, la riconversione e l’eventuale mobilità dei lavoratori;
• favorire le attività di ricerca che sboccano nella registrazione di brevetti;
• potenziare le strutture che mirano a facilitare la nascita d’impresa, ipotizzando per le nuove realtà delle agevolazioni anche sul piano amministrativo e fiscale;
• aumentare la scarsa interazione esistente tra le aziende e le organizzazioni di ricerca knowledge‐intensive presenti sul territorio: università, centri di ricerca privati e pubblici (CNR, CRF, etc.), fondazioni (Mattei, etc.).
Questa visione strategica non impedisce un impegno più a breve termine, finalizzato alla risoluzione dei problemi contingenti. Ci riferiamo in particolare al tema della forestazione, non fine a se stessa, ma strettamente collegata a quanto è riportato in questo stesso programma in tema di bioeconomia.
In un’epoca in cui la crisi climatica si fa sempre più pressante e le risorse naturali richiedono una gestione oculata e sostenibile, vogliamo porre l’attenzione sulla necessità vitale di promuovere e sostenere un piano straordinario di lavoro nel campo della forestazione. Riconosciamo che la salvaguardia e il potenziamento delle nostre aree boschive non sono solo un dovere ecologico ma anche come un’opportunità economica e sociale senza precedenti per le nostre comunità, soprattutto per quelle che versano in condizioni di maggiore vulnerabilità economica.
Al riguardo, ci impegneremo per la creazione e il mantenimento di migliaia di posti di lavoro attraverso un piano straordinario che miri al rimboschimento, alla manutenzione e alla protezione delle aree boschive della nostra regione. Questo piano non solo contribuirà, per quanto riguarda la nostra parte, a combattere il cambiamento climatico attraverso la sequestrazione del carbonio, ma genererà anche lavoro qualificato e non qualificato, offrendo nuove prospettive soprattutto ai giovani e ai disoccupati.
Il piano prevede un forte investimento nella formazione e specializzazione dei lavoratori nel settore della forestazione, con corsi di formazione professionale che abbracciano le più moderne tecniche di gestione forestale sostenibile, il monitoraggio della biodiversità, la prevenzione degli incendi e il turismo sostenibile legato agli spazi verdi.
Intendiamo poi incentivare e sostenere le imprese locali che operano nel settore della forestazione, favorendo l’innovazione e l’adozione di tecnologie verdi. Attraverso incentivi e finanziamenti agevolati, supporteremo la nascita e lo sviluppo di start-up e PMI dedicate alla forestazione, al recupero di aree degradate e alla valorizzazione del patrimonio boschivo lucano. Il successo di questo piano richiede una collaborazione stretta tra il settore pubblico, le imprese, i centri di ricerca e le associazioni ambientaliste. Lavoreremo a stretto contatto con questi attori per assicurare che le politiche di forestazione siano basate sulle migliori pratiche e contribuiscano efficacemente alla conservazione della biodiversità e alla lotta contro il cambiamento climatico.
Il piano di lavoro straordinario nel campo della forestazione sarà integrato con le politiche di coesione territoriale per valorizzare le aree interne e rurali, trasformandole in modelli di sostenibilità e creando opportunità economiche che possano frenare i fenomeni di spopolamento.